Stavo venendo da te.Tenevo i pugni stretti in tasca e il cuore m'impazziva di luce.Un fiume in piena il mio sguardo.Solo pensare il tuo nome mi scaldava il sangue.Eri il mio laccio emostatico.Ti stringevo forte e tu mi mostravi la vena.Tenera e pulsante,come una piccola madre che accarezza la testa al figlio appena nato.Anche in mezzo alla gente avevamo un nostro cerchio magico dove stare da soli.L'iniziazione degli occhi.La tenerezza delle mani. Missis Strangelove aveva bevuto troppo.Come fanno le ragazzine al primo appuntamento.Ma ora era una donna .Il ragazzo greco ebbe mille premure e la portò nelle fessure della notte.La fece sentire a casa.Nell'immensa casa del suo cuore di mercurio.E lei vide i suoi giardini segreti,i suoi melograni e le rose e la sabbia di Pafos sulla punta delle sue dita. Era una nuova alba,era una perla che luccicava al sole.era l'odore della terra dopo un temporale. Ora c'è un Tempo nuovo ,un riverbero di tristezza e un vorticoso desiderio di gioia. Missis Strangelove sente che tutto questo è meraviglioso.E' oltre l'Amore.Non esistono parole per dirlo . *c'era come un piccolo tormento sottile dentro i miei occhi notturni...correvo a perdifiato e poi cadevo .e mi sanguinavano le ginocchia. mia nonna mi portava al cimitero e cambiavamo l'acqua ai fiori dei morti-stavamo sedute sulla tomba di famiglia -io col mio fermaglio a forma di stella e lei coi capelli legati in una lunga treccia -come un groviglio di serpenti smeraldini affamati di sole- tutte le cose che voglio dirti galleggiano come meduse nel mio sangue- ho una nostalgia immensa di te* vedi la pioggia...? mia nonna mi diceva sempre che la pioggia era gesù che piangeva. tu capisci..Lefty..che con queste cose che mi dicevano io non potevo non essere triste. scavavo piccoli buchi nella terra per nasconderci dentro petali di fiori.

Lettori fissi

martedì 25 maggio 2010



La signora cOrnflackes si sentiva mangiata viva ,qualcunO nei vicoli di Fezbug  e Sphincter city leccava le sue budella in continuazione.gli stava addosso come polvere sui soprammobili e il profumo era di armadio chiuso e naftalina. avesse almeno visto i suoi occhi,avrebbe potuto avere un chido a cui crocifiggere i pensieri notturni.quei pensieri alati e ... Mostra tuttomostruosi ,come i pipistrelli ciechi ebbri di mercuriO.
invece sentiva quella lingua ruvida,come quella dei gatti leccargli il collo e non sempre era piacevole.quella strana cOsa andava nutrita ogni giorno ,come una pianta carnivOra aveva sempre fame.lui si rivoltava le tasche ed aveva finito anche le briciOle.e la cOsa si lamentava rantolando sotto il suO letto.lui era solo pieno d'alcOol e pillole e pOesie del nonno e musica greca.di giorno lavorava dentrun computer succhiasangue e la sera avrebbe volentieri fattO una sveltina per le scale.niente di impegnativo.una piccola cOsa fisica
un blow jOb veloce una ferita da riempire nel buio.da trafiggere col suo cazzO rOmanticO.
ma l'altra cOsa gli parlava d'amOre e quell'amOre gli cOlava tra le gambe e si rapprendeva tra le cosce e sulle lenzuola blu trovava tracce di baci liquidi e pisciO di gatto.
trovava una dolcezza sconosciuta.
allora fuggiva e la cOsa stava muta nell'Ombra.l'avrebbe guardatO come un sOle lontano che ti entra negli Occhi.non avrebbe pianto ne' cercato.sarebbe stata immobile nella vasca da bagno.con il vapore sulle piastrelle.lo specchiO rOtto e
piccoli scOrpioni metallici che le danzavano nel cuore.
come nel cerchiO di fiamme.

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