Alla Bicocca c'era mama Job che mi dava mezzo limone e se era in buona anche la spada .diceva "sparatela piano ragazzina"poi spariva veloce e ricordo il suo passo come di antilope sul ghiaccio -rovesciata in avanti verso il devasto di neve e motori .La grassa luna di Piazzale CarloA rchinto con Mauro spaccabue perso dentro un cattivo trip di ragni elettrici e mescalina .Invocava il suo guru e una donna persa-lunga di coscia e bagnata e scalza -tra/sognata nel suo giardino d'oriente .
Le mille e una notte e le note nere di piazza Vetra-
i mezzi grammi sotto il suo culo disabile-eravamo nudi e con le nostre scimmie isteriche a fare la fila -quel bel Buco di mamma -quel risucchio e gli spilli-come una scopata animale -come il delirio di un santo -vedo dio -faccio Io-avevo onde negli occhi -sfere e sibille e giunchi sui polsi -il dedalo di case del giambellino -mister Oba Oba che te la pesa con l'unghia del mignolo.only brown -scura come i tuoi occhi -rannicchiata in un nido-
a porta Venezia -lo "slargo" dei miei jeans e buco all'inguine -e come un vitellino da latte succhiavo avida e calda di stalla.Quarto Oggiaro e i pusher gonfi di coka e coltelli .Periferiche E/statiche.
Di stelle nemmeno l'ombra alla stazione centrale .dentro i cessi da cento lire sotto la luce al neon.I fuck myself .
Saliva su che era una Meraviglia.
lunedì 7 giugno 2010
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