Stavo venendo da te.Tenevo i pugni stretti in tasca e il cuore m'impazziva di luce.Un fiume in piena il mio sguardo.Solo pensare il tuo nome mi scaldava il sangue.Eri il mio laccio emostatico.Ti stringevo forte e tu mi mostravi la vena.Tenera e pulsante,come una piccola madre che accarezza la testa al figlio appena nato.Anche in mezzo alla gente avevamo un nostro cerchio magico dove stare da soli.L'iniziazione degli occhi.La tenerezza delle mani. Missis Strangelove aveva bevuto troppo.Come fanno le ragazzine al primo appuntamento.Ma ora era una donna .Il ragazzo greco ebbe mille premure e la portò nelle fessure della notte.La fece sentire a casa.Nell'immensa casa del suo cuore di mercurio.E lei vide i suoi giardini segreti,i suoi melograni e le rose e la sabbia di Pafos sulla punta delle sue dita. Era una nuova alba,era una perla che luccicava al sole.era l'odore della terra dopo un temporale. Ora c'è un Tempo nuovo ,un riverbero di tristezza e un vorticoso desiderio di gioia. Missis Strangelove sente che tutto questo è meraviglioso.E' oltre l'Amore.Non esistono parole per dirlo . *c'era come un piccolo tormento sottile dentro i miei occhi notturni...correvo a perdifiato e poi cadevo .e mi sanguinavano le ginocchia. mia nonna mi portava al cimitero e cambiavamo l'acqua ai fiori dei morti-stavamo sedute sulla tomba di famiglia -io col mio fermaglio a forma di stella e lei coi capelli legati in una lunga treccia -come un groviglio di serpenti smeraldini affamati di sole- tutte le cose che voglio dirti galleggiano come meduse nel mio sangue- ho una nostalgia immensa di te* vedi la pioggia...? mia nonna mi diceva sempre che la pioggia era gesù che piangeva. tu capisci..Lefty..che con queste cose che mi dicevano io non potevo non essere triste. scavavo piccoli buchi nella terra per nasconderci dentro petali di fiori.

Lettori fissi

lunedì 25 aprile 2011


































Ora sei dentro il mio sangue e scorri e lo guarisci -bruci alle tempie come le mie linee di febbre e cambiamo strada per sfuggire ai dannati di Via dei Benci e siamo gli angeli del dopobomba -gli umili pescatori di perle-i film muti in bianco e nero e il ghiaccio sulle ciglia dei soldati nella neve-disarmati amori-venditori di rose affrante-erotemi-

così quando sogni gli uomini  io sono tra le pieghe del loro inguine- vestita di catene e di glicini- cinta di rovi tra le loro scapole -nelle ossa e nei muscoli che disegnano icone nell'ombra
nata donna perchè di me avessi l'Anima che resta e non la carne che finisce
e ti svegli prima del sole prima del sale e del seme e
mi disegni infinita e con infinite ali
-e sono la Madre delle povere cose-
della notte e del pane spezzato-
porto gigli al tuo risveglio
come una fiamma
brucio.

sabato 16 aprile 2011



Vorrei essere
adorata
smembrata
poi resa muta ed
immota.
Forse così
diverrei io
la Musa
che ad esser
Poeti
di fame e
d'Amore
si muore.

giovedì 14 aprile 2011



Ora mai passo inosservata
appaio distorta se mi specchio e
solo il tuo sguardo mi contorna di luce e di rose
quando ridi e sciogli i ghiacci profondi -distendi le mie rughe e ci semini viole
e vivo per le tue mani che mi sfiorano e danzano -per il sonno condiviso e
il sogno di una nostra stagione irripetibile
-dedicata a te come una preghiera scritta su carta di riso-
ti raccolgo nel grembo e ti cullo
Ho una cresta punk nel cuore -
una bocca che beve e sbava Meraviglia-spacca chitarre e sputa e
si strappa la pelle.
la mattina livida brucia come lava.
sete di seta e teneri orli di pizzo ricamato.
poi la violenza di ossa frantumate.cartilagini sciolte nell'acido.
cane e cannibale.
una bambina con le ginocchia scoperte e sanguinanti.
Lascia che io abiti nella tua casa
dammi una dimora e doma i miei demoni.
Io sarò per te come la rugiada sull'erba
distillerò le mie lacrime in gioia
per inebriarti di nuovo la Vita