Dopo aver scritto di lui tutto il Bene possibile
lei lo immaginò immobile
davanti allo specchio del bagno.
La cupola del Duomo attraverso i vetri e
un'aria gelida a spaccargli le labbra e il sorriso.
Proprio non voleva arrendersi a quella strana forma d'Amore.
Era pesante da portare addosso
eppure scaldava
come una vecchia coperta
nelle notti cupe d'inverno.
Bere vodka era per lui come scavare un buco nella sabbia e
nasconderci dentro i pensieri.
E tutti i suoi pensieri ora stavano lì .
Sepolti.
Stavano lì sull'attenti come piccoli soldati impassibili.
Avevano gli occhi lucidi,belle uniformi e
quando lui dava il segnale marciavano compatti
verso il centro del suo cuore.
Nel rosso fondo saliva la musica e
i pensieri a quel punto si confondevano
sbandavano
rompevano i ranghi.
E allora era una danza allucinata
mista di piume,fiori e occhi.
Grandi Occhi che lo cercavano
lo osservavano da dietro il blu notte della tenda.
I soldati ora erano madri e spose.
Erano padri e figli.
Gatti .
Profumi d'ambra e
ombre.
Erano ragazzi bellissimi
sotto la luna di Cipro.
Erano il bambino
che camminava su una gamba sola
come un fenicottero rosa.
Lui si faceva piccolo e
tutt'intorno
il Buio era grande.
Quella infinita fatica di vivere e
allo stesso tempo quella fame d'aria
come se stesse per soffocare.
Lei gli tese la mano.
La madre.
La sposa.
Nessuna parola tra loro
ma una fiamma accesa
ad allontanare
la Morte.